Prima di iniziare la lettura di questo post provate a indovinare quanti scontrini emette un negozio Primark in un mercoledì mattina feriale di inizio dicembre. Visto che una delle cose che più mi affascinano come appassionato di retail è la fila alla cassa da Primark, l’altro ieri a metà mattina mi sono dilettato a contare il numero degli scontrini emessi nel punto vendita della catena a Westfield Stratford City: lasciava la barriera casse con un sacchetto in mano una persona ogni 4 secondi e quindi ben 900 all’ora!
Si tratta di un indizio della potenza di questo fashion retailer, ma non di quello che mi ha colpito di più. L’indizio risolutivo, e anche la sorpresa maggiore, è stato invece scoprire la presenza di un corner Primark (fotografato in fondo al post) all’interno dell’iconico negozio Selfridges di Birmingham . Selfridges è, come è noto, uno dei più eleganti department store del mondo, un retailer nel quale si trovano i prodotti delle principali aziende del lusso accanto a brand emergenti e di tendenza.
La presenza di un corner Primark in questo contesto ha un significato chiaro: Primark non è solo un’azienda efficiente in grado di mettere sul mercato capi di abbigliamento a un prezzo imbattibile, ma è anche il brand che caratterizza un’offerta in linea con le tendenze e spesso anche ironica e divertente, come testimoniano tra l’altro gli oltre 5 milioni di follower su Instagram (e altrettanti su Facebook) con post che arrivano a superare i 100.000 like.
I numeri dell’ultimo bilancio, i dodici mesi chiusi al 16 settembre, sono lo specchio di questo successo: i ricavi hanno superato i 7 miliardi di sterline contro i poco meno di 6 dell’anno precedente (un +12% a cambi costanti) spinti sia da un aumento della superficie di vendita di 150.000 metri quadri (!) che da un incremento delle vendite like for like. Per l’anno in corso le previsioni sono di aggiungere ulteriori 120.000 metri di negozi. Chi sarà in grado di contrastare l’avanzata del retailer britannico?
PS nell’immagine di apertura un gruppo di miei allievi del Master in Retail Management e Marketing e laureandi dell’Università di Padova in visita l’inverno scorso al primo punto vendita Primark aperto in Italia (che è ora uno dei 20 più performanti dell’intera catena)
Ho avuto modo di visitare Primark in alcune capitali europee ma mai a Londra (potrebbe essere un buon incentivo ad andarci). Organizzando un viaggio la giornata di shopping è d’obbligo e Primark è una tappa fissa per me. 900 scontrini all’ora sono tantissimi, ben oltre le mie aspettative!
Trovo l’idea del corner Primark geniale. I corner sono strategici, una persona inevitabilmente li guarda mentre visita lo store e vedendo la scritta Primark (che nell’immagine vediamo illuminata, a differenza della scritta “sunglasses”) sicuramente si ferma a vedere la merce esposta.
Primark è tendenza e la tendenza si fa anche con l’aiuto dei social network, ormai fondamentali.
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Non sono mai entrata in un negozio di Primark, ma ho solo visto alcuni dei loro prodotti sul sito di ASOS, prezzi veramente imbattibili, che se non lo compri subito, sono in out of stock. Il successo di Primark sta sicuramente nel fatto che hanno capito il bisogno dei loro consumatori target, giovani che più alla qualità, preferiscono prodotti di tendenza, alla moda che possono cambiare spesso. Sono pochissimi i giovani che ripetono a mettere lo stesso t-shirt per due anni. Primark con i loro bassi prezzi e prodotti alla moda soddisfanno a pieno questo bisogno dei giovani di oggi.
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Ho visitato personalmente lo store sulla Gran Via a Madrid e quello aperto da poco all’interno dell’Adigeo. Partendo dal presupposto che il target di clientela all’interno dei due negozi era totalmente e stranamente diverso, mi ha stupito immensamente la quantità di persone che transitavano al loro interno.
All’Adigeo il giorno del Black Friday praticamente una persona su due aveva queste buste di carta con scritto Primark mentre a Madrid all’ingresso del negozio c’era persino un bodyguard a gestire il traffico di gente.
Inoltre poi quest’ultimo ha attirato la mia attenzione perché mi asono rimasto affascinato da quest’associazione del tutto divergente che vede un negozio di prodotti e vestiti cheap, allestito in questo palazzo molto bello e centrale sulla via principale di Madrid.
Infine concludo ammettendo e dicendo che sinceramente parlando, io ho saputo dell esistenza di Primark solamente qualche mese fa, prima non sapevo nemmeno che esistesse.
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Io personalmente ho avuto modo di visitare il pdv ad Alexander Plaz, Berlino (e se non sbaglio addirittura a pochi giorni dall’apertura), quello a Brighton (ma ancora troppo giovane per apprezzarne il potenziale) ed infine anche qualche settimana fa quello di Verona! Ad oggi posso dire che la mia idea su questo colosso del Retail è cambiata. Anzi meglio dire che io come consumatrice sono cambiata! Prima snobbavo i negozi che vendevano abbigliamento a prezzo stracciato, ora invece sono alla continua ricerca dell’occasione e quale posto migliore di Primark?
Non c’è dubbio che i prezzi competitivi ed una vasta, vastissima gamma di offerta presente in tutti i loro negozi, crei quel legame con il cliente che, entrando da Primark, sa di poter trovare quello di cui ha bisogno, o di trovare qualcosa di cui non sapeva nemmeno di aver bisogno. Primark crea bisogni!
Andare da Primark è diventata oramai un qualcosa di esperienziale, da provare, per vivere quella sensazione che, ogni patita di shopping, prova ad ogni qual volta esce da un negozio con una o più borse piene di acquisti.
Di tutti i tipi, ma soprattutto, per tutte le tasche. E’ proprio questo uno dei suoi valori aggiunti!
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Lo scorso sabato sono entrata nel Primark di Watford per dare solo un’occhiata e invece sono uscita con 2 borse piene e 100 £ in meno. Avevo circa una ventina di persone davanti però le casse erano tutte attive e l’attesa è stata di massimo 5 minuti.
Conosco persone che organizzano giornate di shopping dall’Italia nei primark di Londra.
Qualità prezzo migliore al mondo!
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Certamente è leader di costo in assoluto! Prima di quest’anno personalmente io non conoscevo Primark. Ho avuto modo di visitarlo mesi fa al nuovo centro commerciale Adigeo e sono rimasta attratta soprattutto dalla grandezza e dall’ampiezza dell’assortimento, nel reparto jeanseria mi stavo perdendo. Poco prima avevo comperato due paia di calzini da H&M ma una volta entrata da Primark sono rimasta stupita dall’estensionee profondità di questa categoria di prodotti e confrontando il prezzo ho scoperto di averci rimesso! C era una differenza di prezzo di 3 euro rispetto a H&M. La sua offerta low cost mi ha permesso quindi di fare scorta di tutti i tipi di calzini! Con questo vantaggio di costo anche acquistando dei semplici calzini mi sono sentita divertita e soddisfatta. Di certo la varietà dei prodotti attuali, di tendenza e la convenienza di Primark invogliano all’acquisto.
Ho notato che nella piantina del centro commerciale Primark è l’ unico negozio che ha organizzato lo spazio in due piani, pur avendo la stessa metratura di Zara ed H&M; dato il vasto assortimento una “macchina” così non poteva fare altrimenti.
Sono rimasta incuriosita poi, dalla struttura dell’organizzazione delle casse, ma molto di più sulla loro velocità ed efficienza. La fila è delimitata con un percorso obbligatorio e una volta che nel display viene segnalata la cassa libera e puoi recarti a saldare il conto, e in meno di 5 minuti sei fuori dal negozio. Di certo però non avrei immaginato che gli scontrini fossero 900 all’ora.
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Il successo di Primark è assolutamente legato al trend evolutosi negli ultimi anni che vede il pubblico di consumatori maggiormente interessato ad acquistare, con maggiore frequenza rispetto al passato, un numero maggiore di prodotti, ad un prezzo prezzo minore ma con un più alto contenuto moda. A mio parere, sorprendente è il modo con cui questa azienda del fast fashion sia riuscita ad insinuarsi con successo in un mercato dominato da player come Zara e H&M giocando sul terreno scivoloso dei prezzi più bassi.
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Prima di entrare nell’unico store Primark che ho visitato (al centro commerciale Adigeo di Verona) avevo sentito parlare di questo fashion retailer solo per passaparola da alcuni amici, che avevano visitato uno dei tre punti vendita a Londra. Per quanto riguarda la mia prima esperienza all’interno dello store, posso dire di aver riscontrato fin da subito alcuni elementi distintivi, di cui mi avevano parlato i miei amici. Tra questi, i principali aspetti che hanno attirato la mia attenzione sono stati l’enorme quantità di merce presente, il layout interno e il livello medio dei prezzi, decisamente il più basso che abbia mai visto. All’uscita, l’efficienza e la velocità in cassa mi hanno meravigliato, ma ho pensato fosse necessario quel tipo di servizio dato il continuo flusso di clienti in quella zona del punto vendita. Tra i due indizi quello che mi incuriosisce maggiormente è senza dubbio il secondo, perché testimonia che questa catena di negozi “fast fashion” non si limita ad adottare una strategia di prezzo unica nel suo genere, ma rompe gli schemi, facendosi trovare come brand di tendenza anche all’interno dei più eleganti department store del mondo e rispondendo così ai bisogni di una vastissima gamma di consumatori. Per concludere, non ho dubbi che si tratti di un modello redditizio, come giustificare altrimenti gli spazi sempre più ampi a cui ambisce? Pur puntando su grandi volumi e prezzi imbattibili, Primark si mostra di tendenza, dinamica e sempre più irresistibile per il consumatore!
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Sono stata più volte da Primark, e dalla prima volta che ci sono andata circa dieci anni fa, la mia opinione nei suoi confronti è cambiata. Lo ritenevo un semplice negozio, che offriva prodotti a bassissimo prezzo e di scarsa qualità. Ora lo considero un pdv dove puoi trovare abbigliamento di tendenza e che puoi cambiare piu spesso, data la sua economicità. Penso che la scelta di inserire un corner all’interno di un department store, nel quale si trovano prodotti di lusso, sia dettata dal fatto che Primark offre prodotti ‘divertenti’, e quindi l’esperienza d’acquisto del consumatore è differente rispetto a quella in un semplice negozio di bassa fascia. Infatti, i clienti che decidono di visitarlo cercano, oltre che prodotti di moda, anche articoli unici, particolari e che li divertono. Penso che questo aspetto dell’azienda in particolare è quello che l’ha fatta diventare una delle più redditizie e di successo e che difficilmente nei prossimi anni sarà contrastata, se non da retailer che riusciranno a capire e soddisfare le esigenze e gli stili di vita in continua trasformazione del nuovo tipo di consumatore.
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Allora alla fine di tutti questi discorsi sfrenatamente elogiativi su Primark,ennesima catena di abbigliamento straniera molto molto a basso costo ,nessuno regala niente quello che costa poco vale ancora meno,
dove vanno a finire i tanti marchi di moda prodotti in Italia? Io penso che tutti noi italiani dobbiamo vestire italiano ,frequentare i negozi dove vendono i veri marchi italiani , mangiare italiano e pensare italiano,
altrimenti siamo FINITI ììììììì .
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Basta guardare le etichette dei prodotti Primark per capire perche’ e’ imbattibile. In primis luoghi di produzione. Concordo col commento di Simona. Il made in Italy dovrebbere essere tutelato a cominciare dagli italiani. In altri paesi ci pensano 10 volte prima di acquistare qualcosa prodotto all’estero. Uno di questi e’ la cosiddetta locomotiva d’europa.
Cordialiu saluti.
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non ho i numeri sotto mano ma pensando alle città tedesche che ho visitato recentemente direi che in Germania si compra meno abbigliamento confezionato in Germania di quanto in Italia si compri abbigliamento confezionato in Italia (del resto aziende tedesche come Adidas e Puma non sono certo esempi del Made in Germany)
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Quando compriamo un capo Primark spendiamo poco……ma facciamo pagare ad altri costi sociali , ambientali …..e non aiutiamo di sicuro l’economia italiana !
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Quello della responsabilità sociale e della sostenibilità e’ sicuramente il terreno di sfida più complesso per il fast fashion. Molto dipenderà comunque dalla sensibilità del consumatore su questi temi.
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