Agosto è tempo di spiaggia e di vacanza. Per molti, ma non per tutti, sicuramente non per gli studenti che devono consegnare la relazione per superare l’esame di laurea in settembre, soprattutto in dipartimenti come il mio che fissano la scadenza ai primissimi giorni del mese.
Vorrei allora dedicare a loro questo post estivo che ha l’obiettivo di rendere più proficuo il loro lavoro suggerendo quattro semplici regole per scrivere la bibliografia grazie alle quali un laureando può essere praticamente sicuro di superare l’esame davanti alla commissione incaricata di valutare le prove finali (regole che valgono mutatis mutandis anche per chi deve preparare un esame di laurea magistrale).
Perché la bibliografia, pur occupando una percentuale nel complesso limitata del numero di pagine del lavoro, è così importante per superare l’esame? Per capirlo considerate che chi come me ha la ventura di far parte di una commissione incaricata di esaminare le prove finali deve valutare ogni anno tra le 100 e le 150 relazioni e tesi. Ogni essere tendenzialmente razionale in questa situazione cercherà degli indicatori sintetici per farsi rapidamente un’idea di massima della qualità del lavoro e decidere così quanto tempo dedicarci. Decenni di esperienza mi confermano che l’indicatore più efficace è la qualità della bibliografia dato che c’è una correlazione fortissima tra la qualità della bibliografia e la qualità del lavoro nel suo complesso. Ecco allora le tre consigli per farsi promuovere:
1. Curate la forma. Se si trova una relazione che non segue in modo corretto uno degli standard di redazione della bibliografia (il mio dipartimento mette anche a disposizione degli studenti una guida che potete vedere qui) si possono formulare solo due ipotesi: o lo studente ha scritto la relazione in gran fretta senza preoccuparsi della qualità del lavoro, o ha cercato di seguire le istruzioni ma non è stato in grado di applicarle. In entrambi i casi il commissario sarà fortemente tentato di bocciare il candidato e quindi curate la forma della bibliografia sapendo che è una delle cose più importanti del vostro lavoro.
2. Curate la sostanza. In una relazione finale la forma è già sostanza ma c’è naturalmente anche la sostanza. Identificare le fonti bibliografiche corrette da utilizzare è la parte più impegnativa del lavoro di un laureando e scorrendo l’elenco delle fonti utilizzate un commissario può già farsi un’idea abbastanza precisa della qualità del lavoro. Inutile dire che un commissario esperto individua subito la “bibliografia fatta con Google” e che di solito più elevata è l’incidenza sul totale di fonti come blog o siti web, minore è la qualità del lavoro. Evitate quindi di gonfiare la bibliografia con testi di autori anonimi, siti web dai nomi improbabili e … tesi di laurea raccattate in rete. Puntate invece su manuali autorevoli e articoli scientifici, possibilmente recenti.
PS La collana Marketing for Dummies è interessante ma non contribuisce molto a nobilitare la vostra bibliografia.
3. Sappiate cosa state citando. Il suggerimento del punto 2. presuppone ovviamente che lo studente sappia cosa ha in mano: “mi scusi, ma questo lavoro che cita è un libro?” “è un pdf”.
Si tratta di uno scambio di battute surreale che si è verificato più di una volta con i laureandi perché facendo la ricerca bibliografica con Google gli studenti spesso non hanno la più pallida idea di che tipo di lavoro abbiano pescato nel grande mare del web.
Una volta identificato l’autore come autorevole è invece importante sapere se si sta utilizzando come fonte una monografia, un articolo, un paper o magari delle note didattiche non pubblicate messe a disposizione degli studenti che seguono le lezioni.
4. Limitate le citazioni indirette. Per valutare se un autore sia degno di essere citato nel vostro lavoro c’è un solo modo efficace di procedere: leggete quel che ha scritto. Certo, se l’autore ha scritto solo in tedesco e voi non conoscete quella lingua siete costretti ad affidarvi a chi l’ha letto e la citazione indiretta ci sta, e lo stesso vale per quelle poche opere veramente introvabili; in tutti gli altri casi la citazione indiretta di una fonte disponibile è un indice di pigrizia rivela solo che non avevate tempo o voglia di procurarvi il libro o l’articolo e di leggerlo e vi allontana da una valutazione positiva.
PS Dedico questa riflessione allo studente che nella scorsa sessione ha presentato una bibliografia composta esclusivamente da autori che lui aveva trovato citati nel manuale del mio collega Roberto Grandinetti. 😆
Chi vuole approfondire questi temi può consultare il libro di Umberto Eco che ho già consigliato qui. In ogni caso se avete seguito queste quattro regole siete a buon punto e potete anche concedervi qualche giorno al mare: buon agosto!
PS Per i curiosi che se lo chiedono: la foto sopra l’ho scattata sulla spiaggia di Biarritz