Dove sta andando il mercato del beauty? Quali sono le aree in cui esistono più opportunità per chi desidera lavorarci? Quattro numeri dell’ultima semestrale presentata qualche giorno fa da L’Oreal, uno dei leader mondiali del settore, insieme all’intervista all’amministratore delegato del gruppo Jean-Paul Agon pubblicata il 30 luglio da WWD, offrono una chiave di lettura dell’evoluzione di un settore che appare oggi trainato da quattro forze.
1.Mercati “nuovi”. Le vendite semestrali like-for-like di L’Oreal nell’Europa Occidentale sono calate (-0,8%); per fortuna non c’è però solo la vecchia Europa ma anche il Nord America che cresce del 3,0% e soprattutto l’area Asia e Pacifico che vola (+22,0%) e vale nei sei mesi oltre tre miliardi e mezzo di euro di vendite, più o meno come il Nord America e poco meno dei quattro miliardi dell’Europa Occidentale. Il risultato è una crescita semestrale coplessiva like-for-like del 6,6% che è quindi tutta figlia di quelli che l’azienda classifica come “New Markets”.
2.Ecommerce. Le differenze di tassi di crescita non riguardano solo i mercati geografici ma anche i canali: non è una sorpresa che il canale più dinamico sia il web in crescita del 36,4% ma è interessante notare che le vendite realizzate attraverso questo canale rappresentano già il 9,5% delle vendite totali.
3.Travel retail. Non c’è solo il canale ecommerce a trainare le vendite: il “sesto continente” rappresentato dai punti vendita brick & mortar del travel retail cresce a un tasso appena inferiore (+27%) e presto peserà per oltre il dieci per cento sulle vendite totali.
4.Digital marketing. La comunicazione è da sempre il motore del beauty, tanto è vero che nella semestrale L’Oreal le spese per advertising e promotion incidono sul fatturato per il 30,0%, superando il costo del venduto che è al 26,9% (qui si potrebbe però obiettare che se è vero, come diceva Charles Revlon, che le aziende della bellezza nelle fabbriche realizzano cosmetici ma nei negozi vendono speranze, le spese di advertising andrebbero riclassificate come costo del venduto …). Quel che sta cambiando drammaticamente è però ora la allocazione degli investimenti in comunicazione che per L’Oreal sono dedicati all’online per il 42% contro il 35% di un anno fa.
Direi che questi numeri forniscono delle indicazioni chiare per chi vuole lavorare in questo settore (e sono anche un input interessante per la progettazione della sedicesima edizione del mio Master in Retail che partirà il prossimo 3 ottobre).
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