Qual è il sogno proibito di un marketing manager? Avvalersi della collaborazione dei migliori architetti e designer del mondo per costruire una sede aziendale o dei punti vendita che siano delle rappresentazioni fisiche della marca destinate a essere visitate da milioni di persone è sicuramente un bel punto di arrivo, ma si può avere di più. Il massimo è quando clienti e potenziali clienti sono disposti a viaggiare fino a una cittadina sperduta nel nulla e a pagare un biglietto da 15 euro per venire a vedere i tuoi prodotti in vendita. Questo è in sintesi quanto ha realizzato da Gruppo Volkswagen con Autostadt, un parco tematico nel quale, accanto a un affascinante museo dell’automobile, la principale attrazione è rappresentata dai padiglioni che esprimono i valori dei principali marchi del gruppo ed esibiscono alcuni dei prodotti attualmente sul mercato. Autostadt può poi essere considerato il più grande autosalone del mondo, visto che ha consegnato ai clienti nel solo 2012 più di 173 mila automobili.
Autostadt sorge di fianco allo storico stabilimento produttivo di Wolfsburg e ci ricorda una cosa che appare scontata ma che non tutte le aziende automobilistiche hanno saputo mettere in pratica con la stessa efficacia: l’automobile non è solo la somma di quattro ruote, una carrozzeria, un motore con l’aggiunta di una abbondante spolverata di elettronica, ma è anche un prodotto che comunica chi siamo e che si compra anche per le emozioni che sarà in grado di offrire. Accanto alla fabbrica con presse e catena di montaggio è altrettanto importante che funzioni bene la fabbrica dell’immateriale che produce significati e valori: se quest’ultima si inceppa è inutile sperare di battere la concorrenza solo limando qualche euro sul costo del lavoro.
Se poi la fabbrica dell’immateriale diventa anche una destinazione turistica in grado di attrarre più di 25 milioni di visitatori paganti (2,3 nel solo 2012), tanto meglio, ma quanti altri brand sono così forti da potersi permettere una iniziativa di questo tipo?
romano cappellari 