Virginia is here!

È l’oggetto di un e-mail che ho ricevuto a sorpresa qualche giorno fa.

Ma di cosa si tratta, e perché è interessante per chi si occupa di marketing, e in particolare di marketing della moda e dei prodotti lifestyle?

Virginia è il nuovo progetto di Pharrell, un progetto indipendente e autonomo rispetto al ruolo che l’artista riveste in Louis Vuitton, che è stato spiegato così a Hypebeast: “Virginia is where I’m from, but it’s also who I am creatively. It’s my space to dream, and a way to connect with people who are dreaming too”.

L’aspetto più interessante è che sarebbe difficile definire Virginia in modo preciso utilizzando le tradizionali classificazioni settoriali. Al momento visitando il sito Virginia si trovano infatti:

📌 le tracce audio di Black Yacht Rock, un album uscito anonimo, ma ora ufficialmente rivendicato da Pharrell;

📌 una particolare esperienza di karaoke;

📌 una collezione di prodotti eterogenei Virginia dove accanto a t-shirt, costumi, frigo da spiaggia, ombrelloni, cappellini e borse segnalo una tavola da surf e, soprattutto, delle favolose Virginia Adistar Jellyfish (per avere le quali, però, non basta pagare i 262 euro del prezzo, ma bisogna anche sperare nel sorteggio).

Scopriremo nel tempo l’evoluzione di questo progetto che lo stesso Pharrell descrive come una “destination where music, fashion, design, and community converge”. La direzione è quella che ho approfondito anche nel primo capitolo del mio ultimo libro: i brand hanno abbandonato strategie incentrate su promesse di performance funzionali e si presentano sempre più spesso come progetti culturali nei quali la community e i suoi valori diventano il perno mentre i confini settoriali restano indefiniti e, tutto sommato irrilevanti.

Si tratta di uno scenario destinato a ridisegnare il concetto di concorrenza che siamo abituati a considerare oggi.

PS Come mai ho ricevuto l’email? Penso di essermi registrato tempo fa quando è uscito Black Yacht Rock, visto che sono un fan di Pharrell dai tempi dei N.E.R.D.