È arrivato finalmente il giorno di Barbie, in Italia con 24 ore di anticipo sugli USA.
La Barbie mania è invece qui già da un po’, insieme a decine di collaborazioni che coinvolgono brand che vanno da Zara a Primark, da Pastificio Di Martino ad Airbnb, passando per NYX Professional, Superga, Crocs, Selfridges e tanti altri.
È affascinante l’evoluzione che ha visto Barbie trasformarsi da semplice giocattolo per bambine in lifestyle brand in grado di spaziare in settori diversi (e di moltiplicare i ricavi), affiancando brand con posizionamenti che vanno dal low cost al lusso.
Non si tratta però di un successo improvviso, o di un colpo di fortuna, ma del risultato di un lungo lavoro di riposizionamento del brand Barbie: la bambolina magra e bionda è stata infatti via via affiancata da altre 34 tonalità di pelle, 96 stili di capelli e 8 tipi di corporatura e, soprattutto, la ragazza frivola interessata solo a moda e vacanze con Ken ha lasciato il posto a una donna indipendente e consapevole dei propri mezzi.
Barbie è così diventata un simbolo di female empowerment e diversity: “Barbie recognizes the importance of representation and is committed to doing the work to inspire the next generation”.
È in questa nuova veste di brand purpose driven che Barbie, invertendo il declino che sembrava destino ineluttabile per la vecchia bambola, è partita per conquistare il mondo … e direi che ce l’ha fatta.
Congratulazioni al marketing Mattel, e soprattutto ad Andrea Vitali che dopo essere stato mio studente è volato in California dove ha dato il suo contributo a questa storia lavorando nel marketing di Barbie!
PS Andrea è ora Global Brand Marketing Director anche di Hot Wheels: teniamo d’occhio questo brand perché sono sicuro che ne vedremo delle belle