Credo non ci sia modo migliore per rendere omaggio alla grandezza di Leonardo Del Vecchio che riportare le parole (raccolte da Gianni Favero per il Corriere del Veneto del 28 giugno) del suo storico competitor Vittorio Tabacchi, un tempo alla guida di Safilo, l’altra grande azienda dell’occhialeria.
“Per tutti gli anni Ottanta e inizi Novanta, di fatto, ci alternavamo in testa alla classifica di fatturato (…). Poi Luxottica ebbe il coraggio di prendere una decisione che io non mi sentii di seguire (…) e oggi riconosco serenamente di aver sbagliato.
Del Vecchio acquistò (…) il maggiore distributore negli USA, diceva che per fare soldi è più importante venderli gli occhiali che produrli. A me invece non sembrava giusto portare via il mercato a quegli stessi ottici che fino ad allora ci avevano permesso di crescere.
Mi pareva pure pericoloso.
Ad ogni modo ebbe ragione. Lui decollò e io rimasi a fare il fabbricante.”
La grandezza di Del Vecchio come imprenditore è stata quindi quella di capire prima dei concorrenti l’importanza del retail.
Naturalmente non va dimenticato l’altro grande merito, quello di aver sempre investito nei brand senza adagiarsi sulle remunerative licenze, ma acquistando marchi come Personl, Oakley e, naturalmente, Ray-Ban, che hanno dato solidità al portafoglio brand quando le licenze hanno iniziato a muoversi (per tornare poi a casa, come è successo con i brand di Kering).
Un grande imprenditore, ma per me anche un grandissimo uomo di marketing che tutti gli appassionati di questa disciplina dovrebbero studiare con attenzione. Oltre al recente bestseller di Tommaso Ebhardt consiglio di andare a prendere in prestito in biblioteca il bellissimo libro di Giorgio Brunetti e Arnaldo Camuffo: Del Vecchio e Luxottica. Come si diventa leader mondiali.