Ha senso investire oltre 100 milioni per acquistare un giocatore di 33 anni al quale corrispondere poi 30 milioni di euro (netti ovviamente) all’anno per i prossimi quattro anni? Considerato che anche Jorge Mendes, il procuratore del giocatore, vorrà essere remunerato per la sua intermediazione, per ingaggiare Cristiano Ronaldo la Juventus ha deciso di mettere sul piatto complessivamente una cifra non molto lontana dai 400 milioni di euro.
Sono tanti? Sono troppi? Non voglio entrare nel merito di valutazioni di natura etica: capisco che possa suonare fastidioso a qualcuno che un giocatore di calcio guadagni duemila volte quello che percepisce un operaio che lavora per gli stessi azionisti, ma finché non si individua un meccanismo diverso da quelli attuali per determinare le retribuzioni è meglio lasciare le cose come stanno. Sarei anche tentato di dare una valutazione di natura tecnico-calcistica, ma di questa mi occuperò stasera davanti a una birra con il mio amico Paolo.
Qui voglio semplicemente dare un parere come studioso di marketing dei prodotti lifestyle. A prima vista l’investimento appare impegnativo in relazione al volume d’affari generato dalla società: nell’ultimo bilancio approvato, quello relativo alla stagione 2016/17 conclusa con la vittoria dello scudetto e la finale di Champions League, la Juventus ha conseguito infatti ricavi per 563 milioni (comprensivi di 151 milioni di proventi da gestione diritti calciatori) mentre nell’anno procedente, nel quale l’avventura europea si era fermata agli ottavi, il fatturato si era fermato a 388 milioni (46 dei quali relativi alla gestione diritti calciatori). Di fronte a queste cifre, impegnarsi in un investimento che è destinato a pesare per un centinaio di milioni all’anno sul conto economico del prossimo quadriennio potrebbe sembrare un azzardo.
In realtà c’è un numero che secondo me aiuta a capire perché l’operazione è perfettamente razionale dal punto di vista manageriale ed è 13, il rapporto tra i 134 milioni di follower di Cristiano Ronaldo e i circa 10 milioni di follower della Juventus su Instagram, il social network che oggi appare più degli altri in grado di unire i grandi numeri con la diffusione tra utenti più giovani e dinamici.
Non esiste naturalmente solo Instagram, ma questo rapporto è utile per riflettere sul fatto che la Juventus non ha ingaggiato solo un grande giocatore, ma anche il proprietario di un brand globale che ha un capacità di raggiungere e coinvolgere i consumatori maggiore di quello dell’intera società. La collaborazione con CR7 è quindi potenzialmente in grado di trainare il brand Juventus portandolo in ogni angolo del pianeta e moltiplicandone il valore.
Complimenti quindi al management della Juventus e benvenuto in serie A a Cristiano Ronaldo: non vedo l’ora di potermelo godere anche dal vivo!
Qui sotto una foto pubblicata oggi sull’account Instagram cristiano: un momento di relax familiare che ha attirato in 18 ore oltre 9 milioni di like e circa 80.000 commenti
…e soprattutto il like di Gianluca Vacchi
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il massimo della gratificazione social
🙂
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La Juventus si sta rivelando una società con un’attenzione al marketing di altissimo livello: dal rinnovo dello stadio (che rappresenta l’esperienza dei tifosi), al rinnovo del logo e del brand, la quotazione in borsa e ora, l’acquisto di Cristiano Ronaldo. Chissà se farà da scuola alle altre società italiane..
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speriamo di sì, per il bene del nostro campionato
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“Noi come Juventus, tra cinque anni possiamo comprare anche Ronaldo”, parole di Andrea Agnelli, profetizzate dopo due anni di vittorie nel lontano luglio 2013 – dopo la rinascita dall’inferno di Calciopoli, della Serie B e di tutte le ferite che quel periodo si è portato dietro. Dal mio punto di vista rappresenta il rilancio del appeal ormai perso del calcio italiano (nei confronti delle big europee).Oltre ad una grande fonte di revenue, rappresenta un rafforzamento dell’immagine del club che attirerà indubbiamente altri talenti. Ad ogni modo sono d’accordo con te prof è un’ottima strategia per il lancio del brand sul mercato globale.
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Tralasciando la mia fede bianconera, è sicuramente un’ulteriore dimostrazione di come questa società sia ormai un punto di riferimento, in Italia, di programmazione, oculatezza e strategia: la consapevolezza di portarsi in casa una vera e propria macchina da soldi, perchè questo è ormai Cristiano Ronaldo, (oltre che essere un infallibile goleador ed un professionista esemplare) rende questo investimento, per quanto ingente, un “rischio calcolato”. Dal punto di vista di immagine è una vicenda straordinaria, che fin dai primi rumors ha catalizzato l’attenzione di tutti i giornali e siti specializzati italiani e spagnoli. Inoltre, il brand Juve ne esce rafforzato, imponendosi di diritto come uno dei più importanti a livello europeo.
Per dare un’idea, solo nei primi due giorni dall’ufficialità dell’acquisto, ancor prima dell’arrivo dello stesso Ronaldo a Torino, migliaia di tifosi hanno preso d’assalto gli store alla ricerca della #7: e siamo solo all’inizio……
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Professore, come valuta il rebranding fatto dalla Juventus in occasione del cambio stemma? Ha per caso scritto un articolo anche su quello?
Il maggior valore che uno stemma moderno porta nei mercati esteri (penso sia stata una scelta mirata a rafforzare il brand nei mercati asiatici) giustifica il sacrificio della storia del club e la disapprovazione della tifoseria italiana?
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