Leggere una notizia come la decisione di L’Oreal di acquistare per oltre 2,5 miliardi di dollari Aēsop, un’azienda che appena una decina di anni prima aveva una valutazione nell’ordine del centinaio di milioni, mi ha messo di ottimo umore.
Non è perché io abbia azioni della società venditrice Natura &Co che ha realizzato questa ricca plusvalenza (ne ho semmai qualcuna dell’acquirente), ma perché uno degli aspetti che maggiormente differenzia Aēsop nel mercato affollato e competitivo dei beauty brand è la scelta di puntare con decisione sul retail.
Non voglio sminuire l’importanza delle strategie di prodotto e, in particolare, il fatto di avere seguito con coerenza lo sviluppo di un’offerta vegana e priva di prodotti o componenti testati su animali, né delle scelte etiche che hanno consentito all’azienda di conseguire la certificazione BCorp.
È indubbio però che quel che ha consentito a Aēsop di raggiungere i 537 milioni di dollari di fatturato attuali e di differenziarsi dai competitor è stata la scelta di aprire tra il 2004 e oggi circa 400 punti vendita nei quali il design comunica in modo efficace l’essenza del brand.
Lo dice del resto molto chiaramente anche Cyril Chapuy, Presidente di L’Oréal Luxe nel comunicato stampa ufficiale diramato dall’azienda per spiegare l’acquisizione. Chapuy definisce infatti il posizionamento di Aēsop unico sul mercato principalmente per tre fattori:
📌 its design led brand essence
📌 its highly efficacious and sensorial products
📌 its customer-obsessed retail philosophy.
Per chi come me si dedica a insegnare ai giovani l’importanza del retail nella creazione di valore, questa valorizzazione raggiunta da Aēsop merita allora un brindisi.
Le foto che ho condiviso su Instagram, prese tutte dal sito web dell’azienda, aiutano a farsi un’idea delle sue scelte di retail design.