Cosa hanno in comune #Gucci, #Dior, #RalphLauren e #LouisVuitton?
Sono certamente tutti #brand con le radici nel fashion e un posizionamento nel #lusso, ma si tratta anche di aziende che negli ultimi dodici mesi hanno aperto almeno un nuovo bar o ristorante all’interno dei loro negozi (si tratta di un trend che di sicuro non è sfuggito a chi segue le mie pillole 💊 quotidiane su Telegram).
L’ultimo arrivato nel gruppo è il ristorante popup Louis Vuitton che è stato presentato l’altro ieri e che aprirà per un mese e mezzo a Seoul 🇰🇷 a partire da sabato prossimo per proporre un menu incentrato sui vegetali e legato a stagionalità e localismi.
Dopo i primi esperimenti di qualche anno fa, l’intensificarsi delle aperture (e degli investimenti) degli ultimi mesi fa pensare che non siamo di fronte a operazioni estemporanee fatte per generare notizie da dare agli uffici stampa, ma che ci troviamo davanti a un’evoluzione strutturale del settore caratterizzata da una convergenza tra lusso e ristorazione.
I motivi sono sostanzialmente due, e li avevo già evidenziati nel mio “Marketing della moda e dei prodotti lifestyle” dove presentavo nel primo capitolo il caso emblematico di Tommy Bahama.
a) Si tratta di un’altra opportunità per incrementare il fatturato vendendo esperienze brandizzate. Dopo l’inevitabile rallentamento dovuto al Covid, la business unit ristorazione di Tommy Bahama supererà quest’anno i 100 milioni 💵 di fatturato, contribuendo così per ben più del dieci per cento al fatturato complessivo del brand.
b) Le esperienze gastronomiche aiutano a ricordare e ad amare il brand: chi ha assaggiato la cucina di Massimo Bottura e Karime Lopez da Gucci a Firenze non può non essersi innamorato 💖 del brand un po’ di più di quando è entrato. Anche sotto questo aspetto il caso Tommy Bahama fornisce degli spunti interessanti, dal momento che il brand americano dichiara di aver osservato sistematicamente come la presenza di un ristorante o un bar nello stesso edificio del punto vendita incrementa notevolmente le vendite al metro quadro di quest’ultimo.
La sfida si estenderà quindi sempre di più dalle passerelle ai fornelli (e io sono naturalmente prontissimo a continuare a studiare sul campo questa evoluzione del settore 😄).