L’altro ieri ero a Milano per una serie di appuntamenti e ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: mi sono organizzato per andare a pranzare in Stazione Centrale. Ovviamente mi era capitato tante volte di arrivare o partire a ora di pranzo o di cena e di fermarmi in stazione a mangiare (a Milano ci sono anche delle ottime opzioni come la nuova pizza di Spizzico), ma non ero mai andato in stazione solo per mangiare senza avere un treno da prendere.
Lo scenario è cambiato definitivamente ora che l’ala ovest della Stazione Centrale di Milano è occupata dalla versione milanese del Mercato Centrale, il format fiorentino del mercato di San Lorenzo già replicato a Roma e a Torino.

Il Mercato Centrale, che a Milano occupa circa 4.500 mq ed è il risultato di un investimento di 18 milioni, non è solo il posto in cui si può sfamare il viaggiatore di passaggio, ma è un luogo da scoprire e da esplorare, che offre una trentina di esperienze gastronomiche una diversa dall’altra espressione di diversi territori del nostro Paese, dove divertirsi ad assaggiare e annusare.
Tutto questo si trova inoltre in un contesto architettonico visivamente stimolante da esplorare nel quale ogni angolo rivela uno scorcio, graffiti o pezzi di arredo diversi. Spero che le foto che corredano il pezzo riescano a rendere l’atmosfera, un’atmosfera che va però vissuta direttamente.

Non si tratta, come qualcuno che non conosce il format potrebbe aspettarsi, di una classica food court dedicata al fast food o a format standardizzati (per chi ha fretta c’è poco distante l’efficiente intramontabile McDonald’s), ma di un mondo da approfondire con calma. Quando, dopo aver ordinato i miei tonnarelli cacio e pepe, sono andato al wine bar Tannico a chiedere un vino da abbinare mi sono così state raccontate due alternative che poi ho potuto assaggiare prima di scegliere il calice da portarmi al tavolo. Il Mercato è quindi una formula di ristorazione che dà il massimo a chi è curioso e può godersela con un po’ di calma.
La rivoluzione del Mercato Centrale per Milano sarà quindi quella di trasformare (questa volta veramente) la stazione in uno dei posti migliori in cui passare la serata in città.

Anche se non si tratta di una formula semplicissima da replicare, e sicuramente non con queste dimensioni, penso che il Mercato stia indicando la via da seguire per quei centri commerciali che desiderano restare mete rilevanti per lo shopper di oggi: la creazione di un mix di offerta gastronomica che, accanto alle usuali soluzioni per chi è di fretta, comprenda delle proposte “artigianali” originali da scoprire ed esplorare che portino nel mall anche chi non ha in mente di comprare qualcosa.
Sappiamo che un consumatore ben nutrito e di buon umore in un centro commerciale non può non fare un po’ di shopping e quindi investire in questa direzione darà i suoi frutti non solo agli operatori del food. 😉
