Il mestiere di Pinterest

Se siete una mamma questo post dedicato a Pinterest non fa per voi perché sapete già tutto. Secondo i dati riportati nel fascicolo relativo alla recente IPO dell’azienda, infatti, otto mamme su dieci sono già utenti di Pinterest (il dato è riferito al mercato americano). Visto che tra i lettori di questo blog ci sono però anche tanti maschietti e tante donne che mamme non sono, vale la pena di dedicare qualche riga a raccontare un’azienda che è arrivata sul mercato azionario il 18 aprile con una valutazione di una dozzina di miliardi di dollari e che nonostante lo storno odierno ha chiuso questa settimana con oltre quattro miliardi di valore di mercato in più.

In cosa sta il valore di quello che a prima vista può sembrare solo un altro social network che vende pubblicità? I numeri del bilancio, come accade spesso in questi casi, non dicono molto: l’azienda è in rapida crescita, con un fatturato balzato dai 473 milioni del 2017 ai 756 del 2018, ma non è ancora arrivata a produrre utili anche se la perdita netta si è ridotta nell’ultimo anno da 130 a 63 milioni di dollari.

Gli utenti attivi di Pinterest sono circa 265 milioni (due terzi dei quali donne), un numero relativamente stabile negli Stati Uniti ma in forte crescita sui mercati internazionali dove sono ora 184 milioni. Oltre alla crescita nel numero di utenti, sui mercati internazionali si attende soprattutto una crescita dei ricavi: ad oggi, infatti, mentre il ricavo medio per utente negli Stati Uniti è di 9,04 $, quello degli utenti internazionali è ancora di appena 0,25 $. Il potenziale di crescita dell’azienda è quindi evidente.

L’elemento più interessante di Pinterest è però rappresentato dal fatto che il mestiere dell’azienda non è quello di connettere tra loro le persone (come fanno in modo diverso social network come Facebook, LinkedIn, Instagram o Snapchat), ma è quello di offrire idee e ispirazione attraverso immagini di luoghi, ricette, prodotti o altro. Queste immagini vengono proposte sulla base di ciò che hanno salvato in precedenza gli utenti seguendo uno schema che si basa sul modo in cui 175 miliardi di immagini sono state selezionate e catalogate manualmente dagli altri utenti. Il risultato è che l’82% degli utilizzatori riferisce di percepire di vivere su Pinterest un’esperienza personalizzata e il 68% dichiara di aver scoperto attraverso la piattaforma nuovi brand o nuovi prodotti (tutte queste informazioni sono riportate nel fascicolo dell’IPO). E’ facile intuire quanto questo possa essere interessante per il mercato pubblicitario.

In un mondo in cui c’è una disponibilità infinita di informazioni e di prodotti, il valore di Pinterest sta quindi nella capacità di fare ordine sfruttando l’intelligenza umana, nel selezionare e proporre idee rilevanti per l’utente. E’ uno spunto che dovrebbero considerare anche molti retailer.

Se questo giustifichi anche la valutazione di 16,75 miliardi che ha l’azienda ora naturalmente non lo so.

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