Mancano meno di quattro settimane all’appello primaverile dedicato ai corsi che, come il mio di Marketing all’Università di Padova, si svolgono nel secondo trimestre dell’Anno Accademico. In questo periodo il numero di email che ricevo dagli studenti tende a crescere in modo allarmante, soprattutto durante i fine settimana.
Visto che ci sono delle domande ricorrenti che mi lasciano perplesso, penso valga la pena di dare qui alcuni suggerimenti per evitare le mosse più dannose per gli studenti desiderosi di lasciare una buona impressione. Costruirsi una reputazione di studente serio e impegnato può essere infatti un primo mattoncino utile per iniziare a costruire un percorso lavorativo di successo. Ecco allora qui sotto quattro frasi che è meglio non scrivere in un messaggio a un docente, in particolare quando all’esame manca meno di un mese.
1. “Vorrei sapere su quali libri devo preparare l’esame”. Questa richiesta nasconde un doppio errore: in primo luogo lo studente diligente ha già i libri da inizio trimestre e non aspetta che manchi un mese all’esame per procurarseli. Se poi programmi d’esame e libri di testo sono già pubblicati sul sito web di Ateneo l’errore è doppio perché segnala anche una certa pigrizia
2. “Non riesco a procurarmi i libri d’esame”. Questa frase va bene se il professore è un tipo eccentrico e scatena una caccia al tesoro indicando come libri di testo dei volumi fuori commercio da tempo. Quando una rapida verifica on line permette di controllare che i testi sono anche disponibili per la spedizione immediata nei principali siti di ecommerce, invece, cosa si celi dietro a questo tipo di messaggi è per me un mistero. Vale in ogni caso anche qui il consiglio di non aspettare l’ultimo mese per segnalare questa difficoltà.
3. “Saprebbe dirmi quando si terrà l’esame?”. Anche qui un doppio errore: sarebbe bene non confondere l’invio di un email personale a un docente con la richiesta al front office di una segreteria didattica. Se poi sul sito di Ateneo c’è già una lista d’esame aperta con data, ora e indicazione dell’aula, sarebbe meglio leggere là le informazioni prima di spedire il messaggio.
4. “L’esame non è presente nel mio piano di studi (versione alternativa: non ho superato gli esami propedeutici per poter sostenere l’esame): potrebbe farmelo sostenere lo stesso e verbalizzarlo tra qualche mese?”. Riflettete bene su cosa state chiedendo con un messaggio del genere: una norma vi impedisce di sostenere l’esame e per aggirarla chiedete al docente di dichiarare in un verbale che avete sostenuto l’esame in una data diversa da quella reale. Si tratta di un’azione che ha un nome molto preciso nel nostro ordinamento e sconsiglio vivamente di proporla ai vostri professori.
Vorrei aggiungere in conclusione che la stessa scelta di contattare con un messaggio personale un docente che è regolarmente disponibile negli orari di ricevimento in Università può essere considerata, in assenza di urgenze, non proprio elegante e per questo personalmente la sconsiglierei. Se poi l’incipit del messaggio è un “salve prof” vi state muovendo sullo scivoloso crinale tra quello che che molti docenti universitari considerano appropriato e quanto viene considerato invece inappropriato per uno studente.
Dal momento che studio marketing e retailing, comunque, io comprendo che per chi è cresciuto nell’era di Prime Now l’idea di attendere tre o quattro giorni per avere una risposta possa risultare inconcepibile e quindi mi sforzo di rispondere ancora entro 24 ore a tutti (finché ce la faccio).
PS Chiarisco che dei 200 studenti che stanno preparando in queste settimane il mio esame quelli che rivolgono queste domande indecenti sono una netta minoranza, mentre la maggioranza è costituita da studenti seri e impegnati. Ho scritto però ugualmente il post per recuperare anche quelle poche decine di pecorelle smarrite.