Commenti memorabili è una pagina Facebook sulla quale mi faccio spesso delle grandi risate. Il commento che ha condiviso qualche tempo fa una mia amica (e che riporto qui sotto), però, non solo non è divertente ma rischia anche di alimentare pericolosi fraintendimenti.
Il titolo del post “autoironia memorabile” sembra infatti riconoscere implicitamente che per un laureato, in questo caso in psicologia, sia quasi inevitabile finire a fare un lavoro povero: che si tratti della cassa di un McDonald’s o di un negozio Decathlon poco cambia: l’importante è saper sorridere della propria situazione. In realtà dietro all’apparente somiglianza (si tratta in entrambi i casi di lavori nel retail, a contatto con il pubblico, con orari di lavoro e ritmi impegnativi e in multinazionali straniere) le due realtà non potrebbero essere più diverse.
Mentre la maggior parte dei lavori in punto vendita da McDonald’s sono effettivamente poveri di contenuti nel senso che consistono essenzialmente nel seguire in modo rigoroso delle procedure predefinite, alcuni dei ruoli di lavoro in punto vendita da Decathlon sono invece tra i più ricchi e complessi del mondo del retail. Basti pensare che in questa azienda il responsabile di un reparto, oltre a essere responsabile del conto economico del reparto e della gestione del team, ha voce in capitolo anche nella definizione dell’assortimento in funzione delle caratteristiche del mercato locale (cosa molto rara nel retail) e deve sviluppare il mercato curando i rapporti con i club sportivi della sua zona. E’ sufficiente del resto fermarsi a parlare con un capo reparto di Decathlon per rendersi conto che si tratta il più delle volte di persone non solo laureate ma anche brillanti e motivate.
Non a caso qualche mese fa il manager di un grande gruppo del lusso mi ha confessato che quando deve reclutare nuovi talenti per la sua azienda dedica sempre un occhio di riguardo ai cv di chi lavora da Decathlon per il tipo di competenze che di solito sviluppa chi lavora per il gruppo francese.
Evitiamo allora generalizzazioni basate su una visione stereotipata e antiquata del mondo del commercio. Nel retail ci sono certamente (come peraltro anche nell’industria) mansioni povere e McJob, ma anche ruoli interessanti e ricchi di contenuti manageriali; generalizzare rischia di far perdere di vista interessanti opportunità per giovani con passione per il mondo della vendita.