Con i nuovi dazi trumpiani vale la pena spostare le fabbriche del lusso negli Stati Uniti 🇺🇸 per servire questo mercato chiave per il settore?
È ovvio che in uno scenario incerto come quello attuale, con dazi che salgono e scendono a sorpresa con cadenza più o meno quotidiana, non è ragionevole considerare nessun tipo di investimento, ma ipotizziamo che la situazione si stabilizzi e che Trump intenda veramente riportare l’industria negli Stati Uniti usando la leva dei dazi.
In questo scenario il trasferimento della produzione dei prodotti di lusso europei deve superare due ordini di ostacoli.
1️⃣ In primo luogo, va valutato quanto il Made in Italy 🇮🇹 /France 🇫🇷 aggiunge valore al prodotto nella percezione dei consumatori americani. Questo non è un dato, ma una variabile che dipende in parte anche dalle strategie delle singole aziende. Patrizio Bertelli ha destato scalpore una ventina di anni fa quando ha dichiarato che il Made in Prada è più importante del Made in Italy e chi oggi compra una borsa Louis Vuitton compra sicuramente più il progetto culturale del brand che un luogo di produzione, anche se non mancano esempi di brand molto più legati al territorio d’origine.
2️⃣ C’è poi un secondo aspetto da non sottovalutare, che è stato messo in evidenza qualche giorno fa anche da The Business of Fashion in un pezzo dal titolo eloquente: “The Problem with Louis Vuitton’s Texas Factory” (dal quale ho preso la foto). L’articolo spiega che la fabbrica inaugurata sei anni fa dal brand francese in Texas va ancora considerata una “young factory” con la quale essere “patient” (le parole tra virgolette sono dell’Industrial Director del brand) perché arrivi al livello di produttività e qualità delle altre fabbriche del gruppo.
Si tratta quindi di una strategia in grado di produrre risultati soddisfacenti solo in un’ottica di lungo periodo.
Nemmeno le alternative (cercare di far accettare ai consumatori nuovi aumenti di prezzo scaricando su di loro i dazi o assorbirli e rinunciare così a una parte dei margini) sembrano comunque indolori 🥴 .
Insomma, uno scenario difficile per i brand del lusso europei, e certo non più sereno per le migliaia di persone che negli Stati Uniti lavorano nella distribuzione e nella comunicazione di questi brand e che saranno probabilmente le prime ad essere colpite dalle misure del loro Presidente.