Ora che abbiamo i numeri ufficiali del bilancio 2023 di Tbs Crew srl, società di Chiara Ferragni, possiamo contestualizzare meglio il caso Ferragni-Balocco.
Non torno nemmeno di sfuggita sui dettagli del caso, sul quale si è scritto già tantissimo e sul quale chi volesse può anche ritrovare le mie considerazioni qui, ma il bilancio ci consente di valutare con maggiore razionalità il contesto, e quindi se e quanto la società di Ferrgni abbia effettivamente fatto della beneficenza.
Il Corriere della Sera e Milano Finanza riportano che nel 2023 sono stati donati da Tbs Crew 1,15 milioni di euro a strutture ospedaliere ed enti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Per avere un paio di parametri grezzi di riferimento, la somma è pari al 25,9% dell’utile e al 6,6% del fatturato della società. Il dato oggettivo è quindi che, rispetto alla media delle altre società, questa azienda di Ferragni ha effettuato nel 2023 donazioni per un importo molto elevato in relazione alle dimensioni aziendali. Questo in aggiunta alle sanzioni che ha pagato per il noto provvedimento dell’antitrust e alle eventuali altre spese legate alla vertenza che trovano copertura in un accantonamento a fondi rischi per oltre un milione.
E’ appena il caso di aggiungere che per i numerosi odiatori seriali di Ferragni questo 6,6% del fatturato versato in beneficenza è troppo poco: per molti quella che l’antitrust ha sanzionato come comunicazione ingannevole è un peccato che non potrà essere perdonato, mentre altri ancora cavillano sulle date in cui le donazioni sono state effettuate o obiettano che il livello delle donazioni sarebbe stato inferiore se non fosse esploso il caso Balocco (cosa questa che nessuno mette in discussione visto che è stata la stessa imprenditrice a dichiarare che avrebbe fatto una donazione extra per fare ammenda degli errori). Io stesso, per il solo fatto di aver commentato pubblicamente questi numeri sono stato oggetto di insinuazioni e accuse personali anche molto pesanti. Il dato resta però un punto fermo inoppugnabile.
Le donazioni non giustificano naturalmente nessun tipo di scorrettezza e comunicazione opaca o ingannevole, ma si tratta pur sempre di cifre molto significative che sono state versate volontariamente per fare del bene. Quanti imprenditori sanzionati per mancanze di tipo diverso (dall’inquinamento al lavoro nero all’evasione fiscale…) hanno fatto altrettanto? Resta quindi più che mai l’impressione che il livore della rete nei confronti di Ferragni sia stato sproporzionato in relazione al suo comportamento e che avesse (abbia, visto che le manifestazioni di odio sono numerose su Instagram anche nelle foto condivise in questi giorni di vacanza) le radici in qualcosa di diverso.