Il trionfo della House of Brands

Perché il modello di business della House of Brands si sta imponendo nel mondo della moda e del lusso?
La notizia bomba 💣 che #Tapestry (#Coach#KateSpade e #StuartWeitzman) sta acquistando #Capri Holding (#MichaelKors#Versace e #JimmyChoo), rende la domanda di grande attualità, tanto più se si considera che sono di pochi giorni fa anche l’acquisizione di #Valentino (iniziata con una partecipazione del 30%) da parte di #Kering, e quella di #GianvitoRossi da parte di #Richemont.

Anche se le operazioni sono diverse per dimensione e caratteristiche, dai comunicati stampa relativi alle tre acquisizioni si possono identificare quattro temi che stanno spingendo il settore verso la concentrazione.

1.    La possibilità di sbagliare. I #brand hanno quasi inevitabilmente dei cicli nei quali si alternano periodi di crescita 📈 e periodi più o meno lunghi di appannamento 📉 nei quali sono necessari ingenti investimenti per tentare di riportarli in alto.
Chiaro che quanto più ampio e diversificato è il portafoglio di brand, tanto più un’azienda può permettersi di sbagliare scelte (comunicazione, scelta del direttore creativo, strategia distributiva …) su un brand senza rischiare di soccombere.

2.    L’attrattività per #persone di qualità. È un tema enfatizzato dal comunicato di Tapestry e Capri di oggi: gruppi grandi composti da brand con caratteristiche diverse offrono opportunità più numerose e varie in termini di percorsi di carriera e consentono di attrarre e trattenere più facilmente persone di talento.
Poter trovare le persone giuste per il business in passato era forse dato per scontato, ma oggi sta diventando centrale (e difficile).

3.    La riduzione dei #costi. Questo è un classico di tutte le fusioni, e come noto anche una variabile da non dare per scontata, ma in ogni modo nel caso Tapestry/Capri si prevede che le sinergie consentano risparmi nell’ordine dei 200 milioni 💵 , che significherebbe un incremento del dieci per cento del reddito operativo realizzato dai due gruppi nell’ultimo bilancio.

4.    Gli investimenti nel #retail. A questo tema avevo dedicato una delle pillole 💊 quotidiane nel mio canale Telegram giusto la scorsa settimana, osservando che la semestrale #LVMH presentava 3,6 miliardi di investimenti operativi, 1,5 dei quali per immobili commerciali. 🏬
Negli ultimi anni sono state smentite le previsioni di una perdita di rilevanza del retail fisico per moda e lusso: il retail è più importante che mai, ma è un retail profondamente cambiato e più costoso, fatto di negozi più grandi, più belli e sempre nei posti giusti.
La capacità finanziaria e il potere di contrattazione con i landlord, variabili entrambe correlate con la dimensione, danno un vantaggio nell’implementare le strategie retail richieste dal mercato di oggi.

Insomma, la vita oggi è più dura per le piccole aziende, nonostante la fugace illusione che il web, rendendo accessibili a tutti in modo più trasparente risorse e consumatori, avesse reso le dimensioni meno rilevanti.

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