Fashion & lifestyle: le sfide del 2020

Quali sfide attendono le aziende della moda e del lifestyle in questo 2020? Resisto alla tentazione di proporre una analisi approfondita di quello che sta succedendo perché l’hanno già fatto tanti più bravi di me. Chi cerca una chiave di lettura completa sullo stato del settore può allora scaricarsi gratuitamente l’edizione 2020 del sempre interessante rapporto The State of Fashion frutto della collaborazione tra McKinsey e The Business of Fashion (lo trovate qui).

Nel primo articolo dell’anno io mi limito invece a segnalare un evento che ritengo sintetizzi molto bene quelli che secondo me sono i temi caldi del nuovo anno. La foto qui sopra è stata diffusa da H&M per comunicare il lancio, avvenuto l’altro ieri, della capsule sviluppata con Billie Eilish. Si tratta di un evento importante perché consente di sottolineare in modo efficace quattro temi.

1. La frammentazione delle collezioni. Che si tratti di brand del lusso o del mass market, la ricerca di differenziazione e unicità che caratterizza il consumatore di oggi va sostenuta attraverso il moltiplicarsi di product drop di edizioni limitate e collaborazioni originali che incuriosiscano e arricchiscano di significato i brand.

2. I canali di comunicazione digitali. Come testimoniano bene i bilanci di Facebook e Google, la battaglia per conquistare visibilità e attenzione sui canali digitali è diventata molto impegnativa e si basa sempre di più sulla capacità di saper veicolare dei contenuti interessanti per il target. H&M sarà anche un colosso del fashion con una ventina di miliardi di euro di fatturato e quasi ottant’anni di storia, ma su Instagram il colosso è la diciottenne Billie Eilish visto che 47,3 milioni di persone sono interessate a seguire quello che pubblica su questo social network; gli interessati ai contenuti di H&M sono circa 13 milioni di meno. E’ facile ipotizzare che nelle fasce d’età più giovani la sproporzione sia ancora più forte.

3. Estetica ed etica. La scelta di Billie Eilish non è interessante solo per la dimensione quantitativa del seguito, ma anche per le caratteristiche di questa artista. Si tratta di una ragazza non particolarmente alta che ha un modo di vestirsi molto personale tendente a nascondere le sue forme e che soffre inoltre della sindrome di Tourette (per chi è interessato ad approfondire il tema della speciale normalità di Billie Eilish consiglio un salto sul blog Pop Life di Marco Ghiotto qui). Siamo quindi lontanissimi dallo stereotipo della top model “perfetta” che è guardato sempre con maggiore sospetto in un’era in cui le aziende, e quelle della moda in particolare, sono chiamate a riscoprire il valore della diversità. Si può essere belli in tanti modi differenti e, estremizzando in modo un po’ provocatorio, si può dire che Billie Eilish è il simbolo ideale per ricordare che abbiamo chiuso il primo anno senza il celebre fashion show degli angeli di Victoria’s Secret.

4. La Sostenibilità. Una citazione finale la merita l’enfasi sulla sostenibilità che rappresenta uno dei temi portanti del lancio di questa capsule. Non si tratta di un tema nuovo per la moda, ma The State of Fashion 2020 evidenzia come questo sia il primo anno in cui la sostenibilità viene citata nella survey tra i manager del settore sia come la principale sfida da affrontare nel nuovo anno che come la principale opportunità. Non è quindi più solo un tema importantissimo, ma è IL tema centrale del 2020.

Ho tralasciato l’argomento retail non perché io lo ritenga meno importante (ovviamente …), ma perché sarà oggetto di un altro articolo. Se ho scordato altri punti importanti, ogni commento è il benvenuto. Nel frattempo buon anno a tutti!