Francia: tre lezioni di marketing dal caso Le Pen

Vuoi sfondare sul mercato dei prodotti lifestyle? Ti interessa vincere le prossime elezioni? Il primo consiglio è quello di studiare bene il corso di marketing del secondo anno e di riflettere su tre spunti offerti dall’ultima tornata elettorale francese che ha visto una notevole ascesa in termini di consenso e di voti del Front National:

  1. È importante scegliere un target definito e avere un posizionamento chiaro: piacere a tutti non è possibile (a meno di non essere la Nutella) e puntare a eccellere su troppe variabili è difficile perché il consumatore (e l’elettore) rischia di rimanere confuso e di non recepire il messaggio. C’è addirittura chi sostiene che il modo più efficace per battere la concorrenza consista nel puntare su un solo argomento (la cosiddetta USP, unique seling proposition), una via perseguita con discreto successo anche da alcuni politici nostrani. E’ una posizione forse eccessiva, ma certamente se non sei in grado di articolare il positioning statement della tua offerta in modo chiaro probabilmente stai sbagliando qualcosa. Non c’è persona in Europa che non sia in grado di riassumere in due frasi le idee chiave del FN: di quanti partiti si può dire lo stesso?
  2. Il brand è una risorsa competitiva importante. Il consumatore (e l’elettore) non amano ripetere il processo di valutazione che precede la decisione di acquisto (o di voto) e quando trovano una marca con la quale si sentono in sintonia tendono a ripetere l’acquisto anche di prodotti differenti con la stessa marca, purché siano sufficientemente coerenti con il lifestyle e i valori proposti da questa. Non solo: una marca forte e differenziata in base a valori genera nei consumatori emozione e fedeltà. In Francia Le Pen è un brand che riassume in modo efficace i valori del FN: funzionava con Jean Marie e funziona con Marine e ha funzionato addirittura con Marion Maréchal, nipote di Jean Marie che aggiungendo il cognome del nonno ha preso anni fa valanghe di voti. Più cambi nome, logo e nomi dei leader, più la partita diventa più difficile.
  3. Valuta se le dimensioni del tuo segmento target sono coerenti con gli obiettivi che ti sei dato; scegli una nicchia, studiala bene, concentra le tue energie e diventa leader di quel mercato! Può essere una strategia vincente se la nicchia ha dimensioni sufficienti in relazione agli obiettivi che ti sei posto: se vendi un prodotto che diventa di culto per gli appassionati di parkour potrai avere successo ma difficilmente raggiungerai i 10 miliardi di fatturato. Al secondo turno il FN non ha sfondato perché le dimensioni del segmento target non erano sufficienti (oggi) per vincere il ballottaggio.

5 pensieri riguardo “Francia: tre lezioni di marketing dal caso Le Pen

  1. Non ho mai pensato di fare un paragone tra politica e marketing, però effettivamente leggendo questo post posso solo essere d’accordo, a volte si pensa di avere fra le mani qualcosa di interessante, che può sfondare, però quando ci si confronta con la realtà si rimane delusi.
    L’unione fa la forza…dicono…in questo caso però non ha funzionato, sicuramente il mio e un giudizio superficiale in quanto i meccanismi che muovono la politica sono complessi e gli interessi non si limitano ad un partito soltanto, ma tutto si riflette a livello mondiale e i “colpi di scena” non mancano.

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  2. Trovo curiosa la similitudine tra marketing e politica.Di certo non si può negare quanto detto dall’articolo. Ma il punto due lo vedo, a mio avviso, un po una forzatura.
    La politica e di conseguenza il voto non lo vedo come una ripetizione di un processo già effettuato in passato.
    In genere (e spero che per la maggior parte delle persone sia così) il processo di voto non è semplificato tramite la replica del voto precedente ma attraverso una attenta e scrupolosa analisi dei programmi elettorali che di volta in volta porterà alla rimessa in gioco nelle possibili opzioni di scelta dell’elettore.
    Sentirsi in sintonia con alcune idee non dovrebbe mai escludere a priori la considerazione delle alternative differenti, sopratutto all’interno di un contesto complesso e in continua evoluzione come la politica.

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  3. Tutto ciò che viene detto nell’articolo, secondo il mio parere, si lega perfettamente con la strategia elettorale utilizzata dal FN. Infatti i tre punti chiave elencati raffigurano in modo chiaro la strategia utilizzata da partito.
    La scelta del target e un posizionamento chiaro, elementi importanti nel marketing, ma anche nella politica. In quanto bisogna individuare precisamente quali sono gli elettori che si vuole attirare e ricevere da parte loro un appoggio politico ,e anche mantenere (fidelizzazione).
    Il brand, elemento essenziale nel marketing, nel caso Le Pen si è manifestato con la storia del partito politica Front National ,precedentemente a capo del padre, quindi vi è una sorta di continuità dei valori e dalla fedeltà che gli elettori hanno percepito come elemento positivo del partito.
    In conclusione dal mio punto di vista il marketing è una leva importante in molti ambiti lo si voglia adottare, bisogna soltanto saper adattare le sue leve più importanti in modo tale da essere vincenti e raggiungere il proprio obiettivo.

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  4. Impellente è la necessità odierna di conoscere le leve del marketing! Vendere un prodotto o trasmettere un messaggio ad un consumatore può essere sic et simpliciter equiparabile alla “promozione” di una persona e, perché no, alla divulgazione di valori e idee con l’intento di conquistare il plauso di ascoltatori e seguaci. Infatti, nel caso specifico, qualsiasi politico rappresentante qualsivoglia bandiera si accingerà a conseguire delle relazioni forti e durature con gli uditori assimilabili alle logiche aziendali di CRM. Vincerà colui il quale riuscirà ad ottenere una cult loyalty dai propri “seguaci”! Questi dovranno essere un target definito e facilmente identificabile con il brand/partito – vedi Lega Nord (detto da un calabrese…) – cosi, da non ripetere processi di valutazione. Da qui, il risultato si concretizzerà, inesorabilmente, in una “croce” posta su quel simbolo scelto e riscelto in passato che, inevitabilmente, sarà oggetto della preferenza dichiarata dalla cerchia di soggetti di cui un cittadino ama circondarsi, al fine di poter far parte della stessa sposando il medesimo credo politico/consumistico (ecco, allora, entrare in gioco anche le fonti d’informazione destinate a svolgere un ruolo di leva primordiale nei processi decisionali elettivi/d’acquisto). La lega, avendo analizzato attentamente e scelto accuratamente la sua nicchia, potrebbe rimanere ancora il leader del mercato della macro-area i cui ideali e interessi ha deciso di rappresentare. Tuttavia, difficilmente il partito in discorso riuscirà a primeggiare nel palcoscenico politico italiano. Dopotutto, quella in discorso ha i nobili connotati per essere la strategia perseguita e abilmente condotta dai leaders al fine di conseguire la gloria di nicchia sperata!

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  5. Tra i punti elencati quello che trovo più interessante è il primo. È certamente vero che un target, magari ristretto ma ben definito, può aiutare lo sviluppo del Brand e quindi a generare successo per l’azienda. Questo tipo di strategia può però essere controproducente nel caso in cui il prodotto non dovesse aver successo nel target ristretto desiderato. Di conseguenza forse in alcuni casi, come in politica, è preferibile allargare il target, in modo da differenziare il rischio nel caso una determinata fascia di popolazione non dovesse rispondere come sperato.

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